Fai la storia

La Repubblica dei Social

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La repubblica dei social, l’esperimento di lobbying su Instagram

Si chiama “Fai la storia” il progetto che attraverso i social ha presentato agli aspiranti sindaci della Capitale le proposte concrete di cittadini e territorio per migliorare la città. E i candidati hanno risposto in diretta.

di Riccardo Pirrone

I social sono una repubblica democratica fondata sul like.

La sovranità appartiene agli utenti, che la esercitano con forme diverse e senza limiti perché non c’è una Costituzione.

Gli utenti sono ciò che manda avanti il mondo dei social network e così funziona anche per gli Stati democratici. Senza i cittadini, che costituiscono la totalità della popolazione, non può esistere una comunità e non può esistere uno Stato.

Sono i social, oggi, a veicolare proteste, indignazione, odio, ma anche e soprattutto le informazioni, le opinioni e le idee delle persone. Sono lo strumento del potere.

 

Il progetto “Fai la storia”

È da questo potere che, in concomitanza delle prossime elezioni comunali, è nato un progetto per Roma, apartitico e apolitico, dove attraverso la pagina Instagram @failastoria e il sito www.failastoria.it sono confluite le proposte, le idee e le iniziative dei cittadini romani: progetti concreti, di cambiamento e miglioramento per la capitale d’Italia.

Fai la storia è un movimento sviluppato dal bisogno di provare che i cittadini romani “non è vero che si lamentano sempre” anzi, sono stanchi di restare a guardare e non vogliono più essere spettatori passivi.

Attraverso un tam tam social, con attivatori, influencer romani, aziende, associazioni e meme satirici, Fai la storia ha coinvolto tantissimi cittadini, interessato la stampa, ma soprattutto ha raggiunto i candidati sindaci che hanno accettato di fare delle dirette Instagram con gli attivatori del movimento. E così, gli aspiranti sindaci Virginia Raggi, Carlo Calenda e perfino Roberto Gualtieri (per lui era la prima diretta Instagram in assoluto) hanno dovuto ascoltare le idee dei cittadini e hanno chiarito la loro posizione, consci che poi il movimento controllerà l’operato e farà pressione sul sindaco eletto per vedere realizzate le proposte dei cittadini che loro stessi hanno valutato come giuste e fattibili.

Fai la storia è un movimento di pressione, una vera e propria lobby social trasparente che non ha colore politico, che non si schiera, ma propone idee concrete e fa in modo che gli stessi cittadini si sentano parte integrante del cambiamento.

Enrico Michetti, un altro candidato sindaco romano si è invece defilato dal confronto. E questa è già una notizia: Michetti non ascolta i cittadini e le loro proposte. E durante una campagna elettorale è penalizzante.

Il potere della Lobby Social

Il caso Fai la Storia ha dato prova che gli utenti possono organizzarsi e diventare una lobby. Una lobby social che può influenzare le istituzioni, le aziende e creare consenso.

E quindi le dirette Instagram diventano come dei comizi di piazza, dove i cittadini non sono spettatori, ma parte attiva e partecipativa del dialogo online. I social diventano uno strumento di condivisione, in grado di mediare tra i cittadini e chiunque stia dall’altra parte, che siano istituzioni o aziende.

Che le aziende, le multinazionali, usino i social come strumento di comunicazione diretta con il proprio target non è una novità, ma gli utenti oggi sono più navigati e vogliono poter partecipare, rispondere.

Le persone, gli utenti (che poi forse diventeranno clienti) credono davvero che i loro commenti, le loro recensioni e i loro like possano influenzare la reazione e l’atteggiamento di un brand nei confronti di un qualsiasi tema d’interesse pubblico oppure che possano convincere le aziende a produrre un prodotto rispetto a un altro.

E hanno ragione.

Le aziende che non si allineano con le opinioni dei clienti, che non sposano mai una causa, le aziende che non si mostrano trasparenti, ma soprattutto dialoganti e ricettive, non riusciranno mai a creare delle relazioni online con gli utenti. La parola chiave è relazione, non più comunicazione. La comunicazione è morta.

Le aziende e le istituzioni hanno oggi l’opportunità, ma per sopravvivere anche la necessità, di collaborare con le lobby social per creare sinergie produttive attraverso la relazione.

La relazione è la condivisione di idee, l’ascolto attivo, il monitoraggio costante, che porta a risposte funzionali e a risultati concreti per tutti, per il consumatore e per il cittadino, che vuole finalmente fare la storia.

La repubblica dei social non ha bisogno di consenso, decreta un nuovo modo di comunicare, una nuova era dove la relazione tra cittadini, aziende e istituzioni è legge.

Inaugura il passaggio dal tempo della protesta al tempo della proposta.

* Articolo tratto da ilSole24ore.com e scritto da Riccardo Pirrone, Pubblicitario & Social Media strategist, autore tra le altre delle campagne pubblicitarie di Taffo.

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